domenica 24 giugno 2012

Avevo conosciuto Antonella su facebook. Avevamo chiacchierato per alcune settimane, a volte provocandoci maliziosamente. Io guardavo spesso le sue foto, e guardando i suoi occhi, il suo caschetto dorato, il suo seno orgoglioso, al passare dei giorni sentivo crescere prepotentemente il desiderio di incontrarla. Un desiderio che crebbe, diventando una necessità fisica: avevo bisogno di incontrarla come avevo bisogno di respirare. Avevo bisogno di sentire il suo profumo, sentire il suono della sua voce e conoscere il sapore della sua carne. E questo desiderio sembrava finalmente poter essere appagato. Antonella era li. Nel mio salotto, con me. Girava per la stanza con un bicchiere di cagnulari in mano, osservando con curiosità ogni minimo dettaglio. Si fermò di fronte alla libreria. Sorrideva. Con aria divertita cominciò a leggere i titoli della mia disorganizzatissima biblioteca, risultato di un appetito onnivoro e di anni di letture tumultuose. Giunta ai libri di Melville cominciò a ridere. Aveva scoperto la mia collezione di edizioni diverse di Moby Dick. Cominciò a prendermi in giro, sfogliando le prime pagine delle varie edizioni e chiedendomi se davvero coglievo differenze significative. Io cercavo di farle capire che non ero un intellettuale, che non avevo velleità linguistiche, ma che semplicemente avevo accumulato tutte quelle edizioni di uno stesso libro, solo perchè mi piaceva. Antonella mi guardava con quei suoi occhi luminosi. Ma io sentivo il cuore martellarmi nel petto. Di colpo non mi importava più nulla della mia vita, della passione per i libri, del mio lavoro. Desideravo solo poterla baciare. Allo stesso tempo ero terrorizzato dall'idea che potesse trovarmi ridicolo. Antonella poggiò il bicchiere sul tavolino e disse . In me avvenne un'esplosione. Mi avventai su di lei. Presi il suo dolcissimo viso tra le mani e la baciai. Sentii la dolcezza delle sue labbra e il calore della sua bocca. Un brivido mi corse lungo la schiena quando la sua lingua accettò di danzare con la mia. Non mi accorsi di spingerla indietro, e dopo pochi passi Antonella si trovò con le spalle bloccate contro il muro. Il suo profumo mi stordiva, come una droga allucinogena. Le sollevai le braccia, bloccandogliele sopra la testa. Cominciai a baciarle il collo e sentii la sua pelle vibrare sotto le mie labbra. La mia mano corse lungo il suo petto e cominciò a sbottonarle la camicetta. La guardai negli occhi. Erano ancora più luminosi. Quando finalmente scoprii il suo seno il suo sguardo era un fuoco di scintille. I suoi seni era maturi e sodi, i capezzoli lance puntate verso di me. Mi chinai a baciarli. Presi l'areola del seno destro in bocca e comincia a succhiarla, le mani di Antonella tra i miei capelli. Sentii un'erezione sorgere prepotentemente e spinsi il mio bacino contro il suo, cercando di farmi spazio tra le sue gambe ancora protette dalla gonna. Preso dall'agonia del desiderio la baciai dal seno fino all'ombelico e poi ancora più giù. Mi inginocchiai. E cominciai a sfilarle la gonna. La feci cadere accompagnandola fino alle scarpe. Nere, col tacco, e la suola rossa. Le sollevai prima un piede e poi l'altro e l'aiutai a liberarsi dalla gonna. Poi, feci altrettanto con le mutandine. E allora rimasi come folgorato. Ero li. Inginocchiato che contemplavo il suo sesso. Ne sentivo l'odore, e lo trovavo irresistibile. Spinsi la mia bocca tra le sue gambe e cominciai a baciarlo. La lingua correva sulle grandi labbra, che cominciarono a gonfiarsi , a scaldarsi. Quando fu pronta, si aprì come un fiore. Allora sentì che Antonella cercava di tirarmi su. La bacia sulla bocca e sentì le sue mani armeggiare frettolosamente coi mie pantaloni. Liberò il mio sesso eretto e bollente stringendolo con forza con una mano. Allora la penetrai. Sprofondai in lei con tutta la mia anima. Non era solo il mio membro a muoversi dentro il corpo di Antonella. Era tutto il mio ego che pulsava e si contorceva dentro il suo sesso. I nostri movimenti si fecero spasmodici. Il fiato rotto. Il ritmo dei nostri cuori martellava all'unisolo. Nella foga dell'attimo, il mio pene scivolò fuori, e striciò sulla pelle, tra la vagina e l'ano. Antonella gridò di piacere. Quella scoperta, inattesa, bellissima, e violentissima mi inspirò. Con una mano premetti il mio glande contro quella zona del corpo di Antonella e giocai così per alcuni minuti. Antonella tremava, il suo fiato che correva lungo il mio collo. Quando sentii la mano di Antonella tirarmi i capelli per il piacere, la penetrai nuovamente. Non so come. Ci ritrovammo a terra. I nostri corpi avvinghiati. Il mio pene che premeva e correva dentro il corpo di Antonella. L'orgasmo ci colse contemporaneamente. Le pulsazioni e contrazioni dei nostri sessi si miscelarono, in un tango estatico. Antonella sentii il mio sperma zappillarle dentro e le sue unghie affondarono nella mia carne. Quando finalmente giunse la quiete, e i nostri corpi cominciarono a rilassarsi, ancora l'uno dentro l'altra, avvertii un dolore alla spalle. Antonella mi mordeva selvaggiamente, ancora in preda agli ultimi spasmi dell'orgasmo. Sentì il gusto del sangue, e finalmente mi lasciò. Mi guardava sorridendo, con quei suoi occhi incredibili. Mi sussurrò all'orecchio:.by Poeta Erotico


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